La tassa sulla spazzatura prodotta (TARI è l’acronimo di Tassa RIfiuti) è stata istituita con la legge di stabilità 2014, prendendo di fatto il posto della vecchia Tares, ed è il tributo destinato a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dell’immondizia, obbligatoria per chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte suscettibili di produrre i rifiuti medesimi.
Dunque sono gli inquilini a doverla versare, a prescindere che siano proprietari o affittuari dell’immobile.
A meno che non si tratti di una detenzione temporanea di durata non superiore a 6 mesi nel corso dello stesso anno solare, nel qual caso è il proprietario a dover pagare.
Sono invece esenti dalla sua corresponsione le aree pertinenziali a locali che non siano operative, e le aree comuni condominiali che non sono detenute o occupate in via esclusiva.
Il tributo non è dovuto inoltre se si dimostra che una quantità di rifiuti prodotti viene recuperata.
L’ammontare della tassa è stabilito dal Comune in base a superficie e quantità di rifiuti generata, oppure a quantità e qualità di rifiuti per unità di superficie nel caso in cui si tratti di un’attività (e a seconda del tipo di attività).
Infine, possono usufruire di una riduzione tariffaria, a discrezione del Comune stesso:
- abitazioni con unico occupante;
- abitazioni ad uso stagionale o comunque discontinuo, oppure locali ed aree scoperte con le medesime caratteristiche;
- abitazioni occupate da soggetti che risiedono o abbiano la dimora, per più di sei mesi all’anno, all’estero;
- fabbricati rurali ad uso abitativo.
Per quanto concerne i tempi di pagamento dell’imposta, il Comune stabilisce una scansione in almeno due rate semestrali (ma la scadenza è stabilita da ogni singolo comune) oppure in un’unica soluzione da versare entro il 16 giugno di ciascun anno.
Rispetto ai modi si possono utilizzare il modello F24, il bollettino postale o la MAV.
Ma cosa accade se il contribuente omette il pagamento del suddetto tributo? Vediamo più da vicino questa tipologia di cartella esattoriale che ti puà essere notificata.
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Cartella esattoriale TARI: cosa succede
In realtà sono due le cose che possono accadere, a seconda che si paghi in ritardo oppure non si paghi affatto.
Il ritardo comporta una sanzione sull’importo che cresce progressivamente nel tempo: se il ritardo è di pochi giorni viene applicata una sanzione minima, che però, come detto, aumenta di giorno in giorno.
Ad esempio, chi paga quanto dovuto entro 14 giorni dalla scadenza può ricorrere al ravvedimento sprint per mezzo del quale la sanzione applicata somma uno 0,1% in più per ogni giorno di ritardo (a questi però vanno aggiunti gli interessi giornalieri calcolati sul tasso di riferimento annuale).
Chi salda con un ritardo compreso tra i 15 e i 30 giorni si vede applicare una sanzione dell’1,5% , più i suddetti interessi.
Dal 30° giorno di ritardo (ma entro il 90°) il tasso sale all’1,67% (più gli interessi).
Dopo il 90° giorno la sanzione ammonta al 3,75% dell’importo da versare, più gli interessi.
Quando il mancato pagamento è superiore all’anno sull’importo da pagare viene applicata una sanzione pari al 30% dell’imposta, più i soliti interessi.
Qualora invece non si paghi affatto nonostante le richieste del Comune, la situazione del contribuente si aggrava, sino ad arrivare a macchiarsi del reato di evasione fiscale, per il quale si rischia il carcere, qualora il debito superi i 30.000€.
Quando l’importo è inferiore, invece, si commette “solo” un illecito tributario che non prevede il carcere ma è comunque soggetto a sanzioni molto severe, come il pignoramento dei beni disposto dal tribunale e per il quale conviene comunque rivolgersi ad un avvocato tributarista per risolvere la situazione.
Prescrizione della cartella di ingiunzione sui rifiuti
Anche la Tari è soggetta a prescrizione: quindi se il Comune non invita il cittadino a pagare la tassa sull’immondizia entro 5 anni non potrà più pretendere alcun pagamento.
Cosa fare quando arriva la cartella esattoriale
A differenza delle altre tasse inevase, per le quali la cartella esattoriale rappresenta l’ultimo atto, prima del pignoramento, preceduto d’obbligo da accertamento dell’evasione, comunicazione all’interessato e iscrizione a ruolo con delega all’Agente della Riscossione, nel caso della tassa rifiuti basata sulla autoliquidazione fatta dal contribuente la riscossione può avvenire senza accertamento preventivo.
Tuttavia non è neanche possibile per il Comune applicare la sanzione del 30%.
Diverso il caso di dichiarazione omessa o infedele, quando per recuperare l’imposta sui rifiuti il Comune deve necessariamente realizzare un preventivo accertamento, in quanto l’amministrazione è tenuta a specificare «le ragioni per cui ha ritenuto di discostarsi dai dati ed elementi indicati nella dichiarazione».
E cosa accade invece qualora il Comune richieda gli arretrati degli ultimi dieci anni?
Poiché la prescrizione dell’imposta sulla spazzatura è quinquennale, è il caso di rivolgersi ad un avvocato tributarista che possa prendere le parti del contribuente, aiutandolo a sanare la propria situazione…