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Articolo informativo
Sovraindebitamento: cos’è e in quali casi se ne parla e come liberarsi dei debiti eccessivi
Da anni ormai il nostro tessuto economico è caratterizzato da una forte crisi economico e finanziaria, purtroppo è sempre più semplice essere sopraffatti da debiti che, anche a causa di eventi sopravvenuti e non facilmente prevedibili come ad esempio la perdita del lavoro, riduzione della propria retribuzione, superano di gran lunga il proprio reddito disponibile.
Tutto ciò inevitabilmente va ad incidere anche sul tessuto sociale, essere indebitati è sicuramente una situazione non gradevole e che ha portato a molti a fare gesti estremi.
Non è un mistero infatti che tale situazione porta a fare ricorso al credito con strumenti come prestiti, finanziamenti, muti ecc e, nel caso in cui non si riesca a far fronte nemmeno a questi, la situazione debitoria potrebbe addirittura peggiorare.
Ovviamente il legislatore non poteva assolutamente tollerare queste eventualità, ed è per questo che ha deciso di intervenire mediante una normativa ad hoc, volta a tutelare coloro che hanno una posizione debitoria grave.
Sovraindebitamento: di cosa si tratta
È sicuramente errato identificare il concetto di sovraindebitamento con quello di debitore, il sovraindebitamento infatti è un vero e proprio stato di squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte.
In parole povere, è un disallineamento dei flussi di cassa.
Ciò che qualifica questa situazione inoltre è l’oggettiva difficoltà del debitore di adempiere ai pagamenti per rimborsare i debiti.
Quindi è necessario anzitutto che i debiti superino la parte del patrimonio facilmente monetizzabile in denaro, inoltre deve trattarsi di una situazione non meramente transitoria, ovvero seria e duratura.
Il nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza disciplina il sovraindebitamento e lo definisce come: “lo stato di crisi o di insolvenza del consumatore, del professionista, dell’imprenditore minore, dell’imprenditore agricolo, delle start up innovative (…) e di ogni altro debitore non assoggettabile alla liquidazione giudiziale ovvero a liquidazione coatta amministrativa o ad altre procedure liquidatorie previste dal codice civile o da leggi speciali per il caso di crisi o insolvenza”.
Un esempio può essere utile per comprendere meglio, per aversi sovraindebitamento non è sufficiente essere privi di liquidità per far fronte a qualche rata del mutuo, viceversa, è necessario dimostrare che con il proprio reddito annuo non si riesce a far fronte alle rate in scadenza e che non si possiedono beni facilmente liquidabili per farvi fronte.
Legge sul sovraindebitamento
La legge 3 del 2012, meglio conosciuta come legge sul sovraindebitamento, ha introdotto nel tessuto ordinamentale le “Disposizioni in materia di usura e di estorsione” ed ha definito per la prima volta il sovraindebitamento come:
“una situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte, che determina la rilevante difficoltà di adempiere le proprie obbligazioni, ovvero la definitiva incapacità di adempierle regolarmente”.
Lo scopo primario di questa legge è quello di aiutare tutti coloro che si trovano in grave difficoltà nel adempiere ai propri debiti.
La stessa infatti prevede sia la procedura che permette alle persone fisiche o altri soggetti di trovare un accordo con il proprio creditore per riequilibrare la propria posizione debitoria, sia appositi organi che hanno il compito assistere sia il debitore che il creditore o i creditori.
O.c.c. per sovraindebitamento: cos’è e quali attività svolge
Come sopra anticipato, la legge 3 del 2012 ha introdotto nel tessuto ordinamentale italiano il cosiddetto organismo di composizione della crisi (definito puntualmente dall’art 15 comma 5) il quale ha come compito primario quello di predisporre il piano di ristrutturazione della posizione debitoria.
In parole povere, l’O.c.c ha il compito di assistere il debitore nella gestione del sovraindebitamento e al tempo stesso tutelare anche il ceto creditorio.
Inevitabilmente è anche d’aiuto al giudice e svolge al tempo stesso anche il ruolo di liquidatore giudiziale in caso di avvenuto accordo tra debitore e creditore.
All’indomani dell’entrata in vigore del codice della crisi d’impresa, il ruolo dell’O.c.c. è rimasto quasi identico.
Sovraindebitamento (ex) Equitalia: procedure per l’esdebitazione
Sono sostanzialmente tre le soluzioni a cui possono giungere le parti dianzi all’O.c.c. ovvero: accordo di ristrutturazione dei debiti, procedura del piano del consumatore, liquidazione del patrimonio.
- Concordato minore: si tratta di un vero e proprio accordo raggiunto tra debitore e creditore, e differentemente dal piano del consumatore, può essere presentato anche da enti e imprese non sottoponibili a liquidazione giudiziale. Per poter raggiungere l’accordo è necessario il consenso di almeno il 60% dei creditori, una volta raggiunto il quorum, l’accordo viene omologato e reso definitivo mediante pubblicità;
- Piano di ristrutturazione del consumatore: ovviamente può essere presentato solo ed esclusivamente dal consumatore, ovvero la persona fisica che ha assunto obbligazioni esclusivamente per fini non imprenditoriali. In parole povere, si tratta di una richiesta di stralcio avanzata dal consumatore meritevole e rateizzazione del debito residuo;
- Liquidazione dei beni: il debitore (non sottoponibile a liquidazione giudiziale) mette a disposizione tutto il suo patrimonio per soddisfare (seppur in parte) il ceto creditorio.
Chi può richiedere l’esdebitazione
L’esdebitazione è un particolare strumento giuridico che si rivolge a tutti quei soggetti che non sono sottoponibili alla liquidazione giudiziale e che si trovano in difficoltà economica.
Più precisamente, si tratta dei piccoli imprenditori, ovvero artigiani, commercianti, agricoltori ecc e i consumatori.
A costoro, in ossequio anche al codice della crisi d’impresa, è dedicato un particolare istituto giuridico che gli permette di iniziare da capo la un’attività senza troppe difficoltà (o comunque di eliminare definitivamente i debiti che non riescono ad estinguere) ovvero l’esdebitazione.
Esdebitazione: procedura
Oggigiorno i debitori hanno la possibilità di vedersi completamente esdebitato (ovvero posto nel nulla) i propri debiti mediante la procedura di esdebitazione disciplinato dall’art 281 del codice della crisi d’impresa.
La norma citata introduce il meccanismo di esdebitazione di diritto ovvero d’ufficio che opera a seguito di un provvedimento di chiusura (o addirittura anteriore, decorsi tre anni dall’apertura del procedimento) ed è dichiarata mediante decreto motivato del Tribunale iscritto presso il Registro delle Imprese.
Lo stesso viene comunicato al PM e ai creditori i quali possono proporre reclamo.
Ricorso per sovraindebitamento: a chi rivolgersi?
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